
L’ampio territorio di Maria Pia, anticamente chiamato ‘Cuguttu’, fu sede, nel XIX secolo, di una colonia penitenziaria agricola. Il territorio acquisì il nome attuale in onore della primogenita di Umberto II di Savoia, quando la colonia penale cessò il suo corso e le attività agricole passarono nelle mani di alcune famiglie di contadini ferraresi (1934).
Villa Maria Pia è uno dei complessi monumentali più importanti di Alghero, e comprende elementi d’interesse eterogeneo: storico-sociale (la colonia penale ottocentesca; gli ingenti processi di trasformazione e riqualificazione dei territori sardi in epoca fascista), e architettonico, incarnato quest’ultimo non solo dai numerosi edifici risalenti al 1864 che costellano la zona, e tra i quali spicca la Villa, ma da due antichi pozzi (pozzo-cisterna e pozzo ipogeo) parti di un complesso sistema idraulico sotterraneo; nonché da una tomba a ipogeo d’epoca ancora più antica (secc. XIV-XVI) detta “tomba del cavaliere, la quale tuttora conserva le decorazioni originarie in stile gotico [C]. Per maggiori informazioni sulla storia, vedi La storia della Villa (prima parte) e La storia della Villa (seconda parte).

i muri di recinzione
Il complesso, esteso su un’area di circa un ettaro, è recintato da alte mura di arenaria intonacata, ed è dotato di due ingressi principali posti in asse: uno, adiacente lo stagno del Calich (Viale S. Burruni) [A], composto di due pilastri con paramento a bugnato, sovrastati da fioriere tronco-coniche; l’altro, diametralmente opposto (Via della Tramontana), in direzione del mare [B]. Il suo muro di confine è scandito da specchiature lisce, alternare a paraste ricche di modanature, e abbellito da 16 fioriere di forma tronco-conica (foto in basso a sinistra).
Altri due ingressi, di importanza secondaria, si aprono lungo il confine attraverso sentieri che conducevano alle vecchie stalle.
la villa
L’edificio principale, a pianta quadrangolare, è ubicato nella parte più alta del terreno. È distribuito su due livelli, ed è dotato di un ampio cortile centrale (anticamente una sorta di “compluvium” finalizzato al recupero delle acque piovane) [G] (foto qui sotto, a destra).

Le vaste sale del pian terreno [H, I] erano adibite originariamente a carcere. In direzione diametralmente opposta all’ingresso del cortile, erano ubicati gli uffici e le abitazioni del personale di custodia; questa zona accoglie attualmente la reception. Le pareti prospicienti il cortile sono scandite da un’alternanza di finestroni disposti su due ordini sovrapposti. L’altra parte della struttura consta di due piani e presenta, nei diversi livelli, lunghi corridoi prospicienti il cortile interno. Molti ambienti conservano le caratteristiche originali: finestre ad arco con grate, architravi in trachite, volte a botte e a crociera, soffittature con travi lignee…
i giardini
La Villa è circondata da 12 giardini dotati di più pozzi/case. Addossate ai muri di confine sono presenti vasche d’acqua di forma semicircolare, in passato utilizzate sicuramente per l’irrigazione del fondo. È dotata altresì di un pozzo cisterna [D] (foto in basso a sinistra) e di un pozzo ipogeo attualmente in fase di studio [F] (foto a destra), residui di quello che doveva essere, probabilmente, un complesso sistema idraulico sotterraneo finalizzato a garantire l’approvvigionamento idrico agli abitanti della zona.
